Camminare è una medicina

By 12 ottobre 2020Coaching
Camminare è una medicina

Camminare migliora la nostra salute, è un rimedio efficace e gratuito. Tutti possono verificare questi benefici, che apportano benessere sia all’animo che al fisico.

I filosofi dell’antica Grecia usavano discutere di problemi filosofici camminando. Già allora avevano capito cosa fare per migliorare le capacità intellettive. Tutti camminiamo, lo facciamo per tanti motivi, per necessità, per piacere, per riordinare le idee o calmare la tensione accumulata. Quante volte abbiamo sentito “vado a fare quattro passi”. Costume diffuso per sciogliere qualche peso dell’anima o per favorire la distensione.

Considerando tutti i vantaggi che se ne traggono, io considero il camminare come una vera e propria medicina. Tanti abbiamo beneficiato di questo medicamento sul corpo e sull’animo. Camminiamo da soli o in compagnia, possiamo cambiare percorso, scoprire strade nuove, che può diventare anche una metafora della vita. Scopriamo dunque numerosi vantaggi, come per esempio mantenersi in forma, perdere peso, sentirsi più giovane. Camminare, sono convinto, è un apprendimento continuo. Usando la Consapevolezza resto attaccato al mio corpo, al mio passo, ampio o corto, veloce o lento, dal rumore delle scarpe al corpo che si adatta ad ogni passo. Il corpo e mente diventano un’unione indissolubile. Si influenzano reciprocamente, sia nel benessere quando c’è sintonia e unità d’intenti, che nel malessere, quando c’è disarmonia, quando il corpo e la mente non comunicano più. Ecco alcuni benefici che si scoprono camminando:

Riduzione malattie cardiache. Camminare con un certo ritmo riduce il rischio di malattie cardiache. Lo rivela uno studio pubblicato dalla American Heart Association. La camminata coinvolge gli stessi gruppi muscolari della corsa, quindi una semplice camminata, almeno di 40 minuti al giorno, contribuisce decisamente a farci stare meglio. Si previene l’aumento del colesterolo, si possono ridurre i livelli della pressione arteriosa, perché il costante allenamento aumenta l’elasticità dei vasi e vengono bruciati di più i grassi, di conseguenza diminuisce anche il rischio di sviluppare diverse malattie cardiache.

Camminare a passo svelto fa bene alla salute, tanto che farebbe guadagnare 15 anni di vita rispetto a chi cammina lentamente. Un studio infatti rileva una differenza significativa nell’aspettativa di vita correlata alla velocità di movimento, indipendentemente dal peso corporeo. E’ la ricerca condotta all’Istituto Nazionale per la Ricerca sulla Salute (NIHR) del Leicester Biomedical Research Center, dove sono stati analizzati i dati della Biobanca britannica di quasi 500mila persone scoprendo che chi camminava più velocemente aveva aspettative di vita più lunghe e che i camminatori più veloci avrebbero un indice di massa corporea più basso (BMI), che di solito è associato a una salute migliore.

Una sana abitudine è quella del camminare costantemente. Come tutte le abitudini che scegliamo, facciamo che continuarle nel tempo, esse apportano sensazioni di benessere a tutto tondo. Tutto rientra in un circolo virtuoso che si autoalimenta. Cammino, sto bene, cammino.

Si perde peso con più velocità. C’è un modo per perdere peso, questo è il movimento, costante nel tempo. Gli esperti consigliano che per mantenersi in forma basterebbero 30/40 minuti di attività fisica al giorno. Allenamenti più lunghi possono portare più stress, mentre fare esercizi moderati stimola la perdita di peso. Passeggiare in modo più svelto, fare le scale, portare il cane in giro, sono tutti ottimi momenti per contribuire a perdere peso. Muovendosi di più si sta meglio e si sente meno il bisogno di mangiare abbondante.

Migliorano i parametri sanitari, aumentano le difese immunitarie, inoltre le endorfine, sostanze che fanno star bene, sono legate al movimento. I grassi e gli zuccheri nel sangue vengono influenzati dal moto.

Si previene il diabete. Questa malattia si previene camminando. Gli esperti consigliano almeno 3000 passi al giorno per allontanare il rischio di diabete di tipo 2. Certo, camminare a lungo non basta per prevenire la malattia, ma può aiutare. Una maggiore attività fisica, può ostacolare l’aumento di peso, un fattore importante per il rischio di diabete. C’è una fase di possibile remissione della malattia allorquando si decide di mangiare meno.

Rilassamento. Il moto a piedi è un ottimo rilassamento. Il dialogo positivo tra corpo e mente favorisce l’allentamento della tensione. Migliora la circolazione del sangue, il movimento favorisce la vasodilatazione. Migliora il flusso di tutta la circolazione nel corpo e l’ossigenazione dei tessuti, perché anche tutti i più piccoli capillari sono messi in moto.

Conosco meglio me stesso. Un’occasione importante questa del movimento perché oltre ad attivare processi fisiologici attiva una migliore conoscenza di noi stessi. Una conoscenza attiva che passa dalla percezione del proprio corpo, del respiro, dell’aumento del battito cardiaco. Prendo coscienza delle mie possibilità e le sperimento sul terreno, così come le sostanze chimiche che mi procurano benessere durante il movimento. Una buona occasione per sperimentarmi.

Non ho fretta come quando vado a lavorare. Mi dedico del tempo per migliorare il rapporto con me stesso. Il punto di arrivo è speciale perché diverso dal punto di partenza. Ora capisco e determino di incominciare ad abbandonare lo stress, come elemento non necessario per la mia salute.

La mia svolta parte da qui.  Progettare un nuovo modo di vivere, con meno tensioni e senza fretta. Decido di concedermi più spazio e un nuovo modo di convivere con me stesso. Se cambio io, può cambiare il mio ambiente, perché divento diverso, magari migliore, più sano e più convinto che il camminare per certi versi contribuisce a cambiare un po il nostro mondo. Naturalmente sarà il nostro medico ad avere l’ultima parola sull’opportunità di proseguire  in questo percorso, dove ci siano delle problematiche. Se hai difficoltà a concentrarti sul tuo benessere contattami.

Pasquale Puccio

Author Pasquale Puccio

Sono Laureato in Scienze Politiche. Ho lavorato 30 anni presso un Ente Pubblico Mi sono abilitato Coach professionista nel 2019, e faccio parte di A.Co.I. Associazione Coach Italia.

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