
Rifiuto di rinunciare a me stesso e rassegnarmi. Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire! Voglio morire da vivo! Oriana Fallaci
La Rassegnazione a volte può essere confusa con l’accettazione. In realtà tra le due parole corre una grande distanza.
L’Accettazione è un processo attivo, dinamico, della mente. Guardiamo in faccia la realtà, calcoliamo, misuriamo i fatti accaduti, decidiamo di fermarci per evitare ulteriori grane, di vivere un altro momento di sgomento e di stress.
La Rassegnazione invece è un momento statico. Una sorta di abito mentale, in cui si pensa che l’oggi e il domani saranno uguali a ieri, al passato. Questo Pensiero può avere una carica di emozioni negative, in cui il ripetere sempre gli stessi passi non fa che confermare sempre la stessa credenza. Un gatto che si morde la coda, il criceto che si muove nella ruota sempre allo stesso modo.
La Rassegnazione, come tante parole, può avere più significati, dipende dal contesto. La Rassegnazione anticipata, senza eventi accaduti, è una sorta di rinuncia ad un Evento senza che sia successo niente di particolare. Diventa una credenza. “Credo di non farcela”, “di sicuro non ce la farò”, è la profezia che si auto avvera. Si può aggiungere che in questa fase, chiamata rassegnazione anticipata, ci sia sopratutto l’influenza dell’educazione familiare. L’educazione in questo caso ha la funzione di bloccare sul nascere ogni iniziativa. Alla fine nel soggetto nasce un certo rifiuto, sa che andrà male, un pregiudizio su se stessi e sulla realtà circostante.
Poi abbiamo la rassegnazione postuma, cioè dopo che i fatti sono accaduti. Una delusione amorosa, un licenziamento, una malattia, tutto porta ad una perdita della speranza. In questo caso può diventare uno stato definitivo, un’abitudine, non ci provo più, mi rassegno. Oppure la rassegnazione può essere temporanea. In questo caso è l’unico momento in cui possiamo considerare la rassegnazione come un momento di pausa, per il momento non combattiamo, ripensiamo a tutto quello che è successo, riprendiamo le forze, dopo un lasso di tempo saremo pronti per la ripartenza.
Qualunque tipo di rassegnazione abbiamo in mente, le parole di Oriana Fallaci, “non voglio morire da morto, voglio morire da vivo” ci stimolano a riprendere in mano il nostro Destino, nel senso di destinazione e non come destino di persone inermi, ferme per sempre. Alle persone che tendono alla rassegnazione suggerisco questi sette punti che possono cambiare alcuni atteggiamenti mentali:
1 Quanta considerazione ho di me? I fatti esterni possono essere modificati se ho fiducia nelle mie capacità, se penso di farcela. A volte la scarsa considerazione debilita ogni sforzo.
2 Migliorare nell’Ascolto, sicuramente il lamento non ha mai costruito niente, è il miglior canale dove scaricare l’energia, restiamo privi di entusiasmo e svuotati dentro. Il famoso dialogo interiore va certamente ascoltato ma nello stesso tempo ridimensionato. Diventare tutt’uno con tutti i pensieri non è positivo. Ascolto e frequento le persone positive, possono darmi quello che mi manca, fiducia e trasmettermi entusiasmo.
3 I pensieri negativi non hanno niente di reale, ci siamo costruiti noi una realtà a nostra immagine e somiglianza. Fino a quando questi pensieri non li separiamo dai positivi, ci percepiamo come una sola cosa, accettiamo di essere perdenti, il destino, cieco e baro, ha voluto così. I discorsi popolari della “Sfiga”
4 Non smettere mai di cercare soluzioni, persone, situazioni che possono aiutarci. I nostri pensieri creano la realtà. La positività o la negatività non esiste nella realtà, è una nostra Costruzione.
5 Dovrei parlare con qualcuno? se i pensieri negativi restano confinati nella mente, non succede niente di nuovo, parlo con gli amici, con chi può stimolarmi, con un Life Coach. Quando sono consapevole che io non sono la Rassegnazione, che io non sono la Negatività. Io sono tutto ciò che la mente , i pensieri mi suggeriscono, e francamente molte volte tutto ciò non risponde al vero.
6 Leggo per capire di più. Se ti dicessi che leggendo un pochino di più mi conosco meglio ed il rischio di vivere diversamente potrebbe essere reale? Senza dire cose strane ed incomprensibili, siamo sicuri che il nostro modo di vivere attuale è sufficiente alla nostra realizzazione? Siamo sicuri che la rassegnazione non possa essere cambiata? Tutto vive nella nostra cabina di regia, cambiate alcune immagini, cambiate qualche traccia sonora, ed il film ha un altro contenuto.
7 Individuo i miei lati positivi. Qualcosa di positivo mi sarà rimasto Perbacco! Ecco partiamo da qui. Se sono stato positivo qualche volta, se ho fatto, risolto dei problemi, non posso adesso fare qualcosa per la mia rassegnazione? Se scopro che posso fare più cose di prima, allora possono cambiare tante cose. L’insonnia può cambiare, può migliorare la digestione difficile, le cefalee possono prendere il largo, prendono un altro verso i pensieri ossessivi, cefalee e le melanconie con cui abbiamo convissuto prenderanno un’altra piega.
Ho individuato sette fasi in cui si può ribaltare il concetto di rassegnazione con quello della Speranza. Queste due parole hanno dentro di esse un motore che può aggiustare le cose. Se individuiamo nella rassegnazione solo un momento di stasi e nella speranza una spinta al cambiamento, la parola rassegnazione ha dentro il seme per una nuova vita, dipende sempre da noi e dal senso che diamo alle parole. Se hai bisogno di essere supportato Contattami