
Ci sono nella vita dei riti di passaggio, che seppur naturali, portano ad una fase di crisi genitoriale.
Sono crisi di solitudine accompagnata a crisi di tristezza quando un figlio lascia la famiglia per la prima volta, per sposarsi, trasferirsi all’estero, per studiare lontano da casa o per andare a vivere da solo. Tante domande affollano la mente dei genitori, sia riguardo al benessere dei figli, se la caverà, e se si ammala? E se succede qualcosa? Sia al benessere di se stessi. Questa sofferenza viene poco comunicata, ma ha a che fare con la sindrome del nido vuoto.
Mentre nel mondo animale è una conseguenza naturale, quando i piccoli sono in grado di badare a se stessi, prendono il volo. Nella nostra cultura è più complicato e questa sindrome si lascia dietro tante manifestazioni di travaglio. A volte attenuate se altri figli restano ancora a casa, più triste se ad andare via è l’ultimo o l’unico figlio.
Nascono sentimenti contrastanti, tra le manifestazioni razionali, è giusto, è opportuno che diventi indipendente, alle manifestazioni più emotive e per questo più complicate da gestire. E’ necessario lavorare su questi punti, sia per non influenzare negativamente i figli, sia per gestire bene il dopo. Nei genitori si creano spesso sentimenti di forte attaccamento. Quando i figli abbandonano il tetto familiare è come se arrivasse un terremoto, in cui il dopo non sarà più come prima.
I genitori ripensano alla loro vecchiaia, alla qualità della loro vita futura, al loro rapporto di coppia, come sarà? cosa succederà? Ho pensato tanto a questo problema, sia perché ho visto i miei figli andare via poco alla volta, sia perché ho dovuto ristrutturare il tempo che prima era dedicato soprattutto a loro. Mi sono riorganizzato ed ho trovato nuovi spazi in cui muovermi. Esprimere le cose che avevo sempre rinviato o che addirittura non avevo neanche pensato. Il nido vuoto possiamo adattarlo anche verso altre figure, amici importanti e parenti che ci lasciano, che vanno a vivere in altre parti. Le fasi che mi sono costruito sono queste:
Coltivare un hobby è sempre un’iniziativa lodevole. Lo è di più nei momenti di difficoltà. Quando un hobby diventa un momento significativo della giornata o della settimana, è il migliore testimone del nostro miglior vivere. Non abbiamo forse il bisogno di gratificazione e di stimoli? Che occasione di auto riconoscimento e di appagamento! Sentirsi bene, perché portiamo a termine qualcosa. E’ quello che succede se lavoriamo con le nostre mani e il nostro intelletto. Giardinaggio sul balcone di casa o su un pezzo di terra. Giocare a scacchi. Leggere il giornale, risolvere problemi di enigmistica e via discorrendo.
Passeggiate e attività sportive dovrebbero segnare le giornate come momenti veramente interessanti. Camminare, dedicarsi alla bici o ad altre attività, meglio se organizzate con gli amici, oltre a rilassare portano ad una buona disposizione d’animo. Nel corpo, durante l’attività fisica, vengono secrete tante sostanze chimiche importanti, tra cui le endorfine, le cosiddette “droghe del benessere”. I momenti di socialità, appartenenza ad un gruppo, sono essenziali e curano la nostra anima.
Un obiettivo da raggiungere è uno stimolo molto forte. Provare per credere. Si può completare un ciclo di studi, raggiungere un traguardo da tempo atteso. Unire le forze, ancora meglio se con amici per imparare, scarpinare, andare in montagna, al fine di stare assieme, sentirsi parte di una Comunità.
Impara una cosa al giorno diceva un saggio. Giova al cervello, rallenta il declino cognitivo. Diventa una sfida a somma positiva. Può essere una parola italiana, straniera. Non ci sono limiti alla fantasia. Sfogliando una rivista, ascoltando gli altri, i mass media, ogni occasione è buona per prendere nota e conoscere nuove cose. Come vivono alcuni insetti, come funziona un meccanismo, decifrare le tante parole inglesi oramai nel lessico di tutti i giorni, sui giornali, in televisione. Guardare di notte le stelle da soli o in gruppo. Esperienze indimenticabili.
Impegno nel volontariato esprime un senso di efficacia. Far del bene è molto appagante. Spiegare qualcosa a chi ne ha bisogno, aiutare qualcuno a deambulare, a far la spesa a chi non può uscire di casa. Sentirsi utile dà un migliore peso alla vita e soprattutto non ci si isola, sconfigge la solitudine e si abbandonano diffidenze e preconcetti. Nelle parrocchie, nei centri civici, utilizzare la banca del tempo, iniziative di condivisione, in cui si mette del proprio tempo al servizio di altri. Lavori artigianali, di aiuto vario, di supporto.
Attività gastronomiche aiutano la fantasia sia a migliorare che a creare nuovi piatti. Può diventare un hobby molto interessante. Penso al pane fatto in casa, allo yogurt, alla pasta madre e a tante altre attività. Un’attività che arreca piacere sia alla gola che al cervello. Consigliati più momenti di convivialità con gli amici.
Gite culturali e di svago possono aggiungere altri stimoli e una continua crescita culturale. Conoscere altri mondi, usi e costumi, matura sempre più la nostra mente. Diventando sempre più resiliente, confrontandosi con altro da noi. Le fotografie scattate poi caricate sul computer, allenano la creatività e la maggior conoscenza della tecnologia. Editare filmati, creati con il cellulare, rappresentano i ricordi più cari, spesi a divertirsi e a curiosare. Chi si diverte e curiosa non invecchia mai.
Offrire del tempo a chi ha bisogno. Le nostre attitudini, la nostra esperienza possono arricchire gli altri e ci rende più soddisfatti. Mia nonna diceva, “fai del bene e scordalo”. Essere disponibili arricchisce. Sono quelle piccole azioni che riempiono la vita di un sano e buon profumo.
Ascoltare la radio. Si perdono nel lontano passato la mia frequentazione con la radio. Ricordo ancora una vecchia radio con la struttura in legno. Costruita prima dell’avvento dei transistor. E’ vero, la radio è considerata il parente povero della televisione, ma tiene il palmares della qualità sia culturale che musicale. Potrei stare dalle 7 del mattino fino alla sera ad ascoltarla. Notizie, musica leggera e classica, giornali radio, programmi di scienza, di esteri, di usi e di costumi. C’è un angolo alle 17 dove vengono letti dei romanzi, “Ad Alta Voce”. Oltre le immagini della tv la radio stimola di più la fantasia e l’ascolto. Potrei rinunciare a molte cose ma non all’ascolto dei miei programmi radiofonici che riempiono una parte della giornata.
Curare meglio le relazioni è quello che più ci vuole. Ci fanno sentire meno soli e ravvivano il tempo che dedichiamo a tutto ciò. E’ dimostrato da esperimenti scientifici che l’anziano più sociale interagisce meglio ed ha una aspettativa di vita maggiore di fronte a chi si isola. Scambiare parole è come scambiare fiori. Aiuta, conforta, fa pensare e aumenta il desiderio di essere sempre più presente, in altre parole più Vivo. La frustrazione ed i pensieri negativi che affollano la mente non sono di nessun aiuto a nessuno, soprattutto a chi li vive.
Migliorare nell’uso della tecnologia. Oramai ci troviamo tra le mani strumenti leggeri e con un grandissimo valore aggiunto. Tutto ciò che contiene un cellulare di medio valore assomma a decine di strumenti voluminosi di un tempo. Si naviga su internet, si fotografa, si filma, si chiama, si fanno collegamenti internazionali, si ascolta la musica ecc. I figli, i nipoti, gli amici di cui abbiamo parlato, che sono lontano da noi, possono essere molto vicini a noi con un modesto cellulare. Le decine di migliaia di km sono azzerati e con nessun costo aggiuntivo che non siano i pochi euro al mese di abbonamento. Districarsi in tutti questi strumenti mette in moto meccanismi mentali altrimenti non utilizzati. Dal computer e dal cellulare ci si collega ai social e si interagisce con una naturalezza sconosciuta in passato.
Concludendo, la sindrome del nido vuoto è un’occasione per misurarsi con le nostre qualità e utilizzarle per un maggior benessere. D’altronde come ho scritto nell’ultimo punto, la tecnologia ci aiuta a continuare i nostri legami anche se diversi dal passato. Non bisogna dimenticare quando una lettera anni fa, sembra archeologia, per arrivare a destinazione nei paesi lontani erano necessario tanto tempo. In fondo era sempre un messaggio di poche righe. Se hai bisogno di migliorare nei tuoi obiettivi Contattami.