Un salto di qualità: l’arte di lasciar perdere

By 22 settembre 2020Coaching
l'arte di lasciar perdere

C’è un’arte poco praticata, è quella di “lasciar perdere”. Di cosa si tratta?

È l’arte di non raccogliere le provocazioni, di deporre le armi, di lasciar perdere, per evitare che l’incendio bruci tutto. Fa più rumore un lungo silenzio che un’accanita discussione. E’ un’arte perché è necessario apprenderla e come tutte le arti lascia posto alla creatività.

L’arte di lasciar perdere è una scelta impegnativa, richiede volontà, desiderio, equilibrio, costanza, perché le cose importanti vanno costruite e non improvvisate.
Su come rendere migliori le relazioni si è scritto tanto, se n’è parlato in tanti modi. Il mio contributo per salvaguardare le relazioni affettive, amichevoli, di lavoro, di svago parte da un approccio diverso. Tutte le relazioni risentono, sono influenzate dalle nostre fragilità umane.

Dovremmo imparare a star bene con noi, per poter guardare poi gli altri con più equilibrio. Altrimenti come possiamo migliorare nei rapporti? Invece entriamo nelle vite degli altri a gamba tesa, critichiamo e avanziamo ipotesi quasi mai realistiche.

Prendere consapevolezza del nostro modo di essere costituisce alla base di ogni miglioramento. Ci vuole forza, umiltà, capacità di capire le difficoltà in cui ci troviamo.

Fermarsi durante un animato confronto, non rispondere, è come togliere legna dal fuoco per evitare che divampi ulteriormente.

Tutto il mondo sarebbe diverso, tutti noi saremmo più tranquilli e pacifici, se praticassimo quest’arte. Invece la guerra, quella vera e quella che si crea tra due o più persone, nasce proprio dal voler prevalere sugli altri, dall’arroganza, dal nostro ego che vuole primeggiare.

In questo contesto il Noi diventa solo una parola, un pronome personale e basta! Tutte le volte che la situazione può scappare di mano, lasciar perdere è l’atteggiamento che vale la pena usare, a che serve poi raccogliere i cocci? Diventa una guerra di Pirro.

Le ragioni ed i vantaggi per LASCIAR PERDERE sono numerosi. Noi ci limitiamo a elencarne alcuni.

Perché è un bene lasciar perdere? Molte volte un diverbio serve più a scaricare la propria tensione che a fare chiarezza. Siamo carichi di aggressività e si sente. Non succede che a volte cerchiamo un pretesto, un parafulmini, per scaricare l’energia negativa? queste situazioni non ci permettono di vedere chiaro, di ascoltare le ragioni dell’altro. Siamo centrati sui nostri bisogni di affermazione. Lasciar perdere non è facile ma è l’unica via per diventare più leggeri. La via in cui dimostriamo prima a noi un valore aggiunto, quello di non sprecare l’energia, perché buttarla via? Diventa un regalo alla politica dello scarto non verso l’ambiente eco sostenibile.

L’arroganza non paga. Intendiamo per arroganza “un senso di superiorità nei confronti del prossimo, che si manifesta con un disdegno e altezzosità”, in genere l’arrogante è sprezzante e non tiene in nessun conto Asuggerimenti di nessuna portata. Non paga questo atteggiamento perché creiamo un deserto intorno. Gli altri ci vedono in una luce sinistra. L’arroganza scava fossati e non costruisce niente. L’arrogante non è felice.

L’arte di star bene. Come tutte le arti vanno apprese con curiosità e attenzione. Se abbiamo scelto il benessere sopra tutto, troveremo un modo per migliorare. Lasciar perdere è uno tra gli atteggiamenti possibili, quello più sano e saggio. Ci vuole coraggio, determinazione per andare avanti. Spegnere sul nascere i focolai di tensione rende più vivibile l’ambiente. Sia per noi che per gli altri.

Rinunciare è vantaggioso. Nel nostro immaginario rinunciare è un po come perdere, come scappare dal campo di battaglia. Invece è un segno di saggezza e di equilibrio. Quando nessuno ascolta, non serve più continuare a discutere.

La nostra salute vale. Se la nostra salute avesse per noi un valore importante, saremmo pronti a dare il meglio e fare una buona prevenzione, in che modo? in questo caso lasciando perdere! L’influenza negativa sul corpo e la mente delle tensioni sono numerose. Insonnia, gonfiori addominali, acidosi ecc. Far pace prima di tutto con noi, senza cercare capri espiatori, è una delle azioni principali da fare. Le guerre nascono da risentimenti e livori. Se abbiamo rispetto dell’ambiente, della salute, non possiamo non avere successo.

Giochiamo assieme. Il gioco di società è trasversale ed orizzontale tra le diverse categorie sociali. Il gioco non ha età, libera la mente, distrae, aumenta la socialità e l’ironia. Non solo nell’infanzia, il gioco è un patrimonio dell’umanità. Se tutti ne fossimo consapevoli, tutti dovremmo giocare di più. Il gioco crea legame, complicità, migliora le relazioni. E’ una cura per l’animo umano.

Dimenticare è salutare. Ci sono delle tecniche per migliorare la memoria, si conoscono meno tecniche per dimenticare. E sì, ricordare fa parte della nostra cultura, del nostro patrimonio spirituale, dimenticare è una scelta, dimentico le parole sgarbate che ascolto. Lasciar perdere in questa situazione ci differenzia dal resto. Ho molta cura del mio benessere, dimentico per essere più libero, per non essere più angosciato. La mia libertà non dipende dagli altri, nessuno può imprigionarla. La mia libertà mi libererà dalle tensioni e dalle sofferenze. Io dimentico perché sono più forte. Viviamo in un contesto sociale dove, come nella foresta, chi più a muscoli, parole da buttarti addosso come pietre, più è riconosciuto di chi è più pacifico.

Lasciar perdere con il capo. Nella narrazione si dice che il capo ha sempre ragione. E’ sempre una ragione dovuta al suo ruolo, al suo potere. Il capo non è più saggio di altri. Gioca in casa. Il collaboratore dialoga per esprimere le sue ragioni. Quando il capo si chiude nella sua torre d’avorio, lasciar perdere fa parte del gioco ed evita situazioni ansiogene e di malessere.

Lasciar perdere con gli amici. Quando gli amici sono ostinati non è meglio lasciar perdere? In una discussione equilibrata ciascuno ascolta le esperienze che possono aiutarlo. Di fronte ad un amico ostinato che porta con se la fiamma del sapere supponente, lasciamolo lì, che consumi la sua vanagloria. Lasciamo perdere.

Come abbiamo visto, lasciar perdere non è molto intuitivo, non è facile. Bisogna allenarsi, ascoltare attivamente la discussione, sentirne i toni. Quando l’aria diventa pesante, allora lasciamo perdere. Se hai bisogno di supporto per evitare inutili battaglie Contattami.

Pasquale Puccio

Author Pasquale Puccio

Sono Laureato in Scienze Politiche. Ho lavorato 30 anni presso un Ente Pubblico Mi sono abilitato Coach professionista nel 2019, e faccio parte di A.Co.I. Associazione Coach Italia.

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